Nessuna demonizzazione del denaro, purché equamente redistribuito. Nessuna condanna del mercato e dell’imprenditoria, purché produca lavoro diffuso. Nessuna sferzata pregiudiziale ai “ricchi”, a patto che condividano il loro benessere per crearne di nuovo. È l’imprenditoria secondo Papa Francesco, che lunedì 12 settembre, ha accolto in Vaticano circa 5mila imprenditori e loro familiari, iscritti all’assemblea annuale di Confindustria. I maligni diranno che la scelta della location tradiva un desiderio di assoluzione per la categoria, ma così, sicuramente non è stato. A questa Assemblea abbiamo partecipato anche noi di Mediatyche, in quanto Massimo Tafi, uno dei nostri due founder fa parte del Consiglio Direttivo di Confindustria Intellect. E da questa opportunità abbiamo potuto cogliere spunti di congiunzione importanti, tra la nostra filosofia di vita e lavoro e il pensiero del Pontefice.

Papa Francesco salutato dagli imprenditori e dalle loro famiglie.

IL PAPA PENSIERO

Potremmo dire che il discorso del Santo Padre “trasuda” sostenibilità collettiva da tutte le righe. Una sostenibilità economica e sociale. Parliamo senza dubbio di valori condivisi, che però a volte è bene ricordare, per “fare il punto” di dove siamo arrivati. E continuare a migliorarsi.

UN PATTO FISCALE E SOCIALE PER LA SOSTENIBILITÀ  

Papa Francesco ha parlato di condivisione economica, la stessa che ritiene stia alla base del pagamento delle tasse e delle imposte per creare beni comuni e pubblici. La stessa che rende un’impresa sostenibile e responsabile nei confronti dei propri stakeholders, dipendenti ma anche comunità e territori. Una redistribuzione della ricchezza inderogabile per il raggiungimento di una sostenibilità economica del tessuto imprenditoriale italiano. Un vero e proprio patto fiscale che sta alla base di quello sociale. E come ha ricordato il Pontefice, non si può parlare di patto sociale senza parlare di creazione di lavoro, soprattutto senza discriminazioni per giovani e donne, invitando gli imprenditori presenti ad agevolare politiche interne per una sostenibilità sociale.

Quello di Papa Francesco si può considerare come un invito a mettersi una mano sulla coscienza, un richiamo collettivamente rivolto all’imprenditoria italiana, a essere protagonisti responsabili del cambiamento per vincere le grandi sfide. Forse per alcuni versi e per alcuni punti “utopistico”, ma è un messaggio di sviluppo sostenibile che va oltre i richiami religiosi, qualsiasi religione si prenda in considerazione. È una sfida che Mediatyche, nella sua laicità e a modo suo, raccoglie e per la quale non si tira indietro.

Sappiamo che la sostenibilità sociale di un’impresa passa anche attraverso politiche aziendali e azioni di welfare aziendale che, per esempio, agevolano la genitorialità dei dipendenti o permettono di conciliare maggiormente vita privata e lavoro. E così nel nostro piccolo cerchiamo di partecipare a questo cambiamento culturale e sociale: sia il management sia i dipendenti di Mediatyche sono uomini e donne in egual numero.  È scritto “nero su bianco” nel nostro codice etico che tentiamo in ogni modo di mantenere un equilibrio virtuoso di genere al momento delle nuove assunzioni, oltre a garantire a tutti un trattamento economico in linea con il contratto nazionale di categoria e la flessibilità oraria necessaria a conciliare al meglio lavoro e famiglia. Siamo aderenti alla campagna #equalpanel, un patto per la parità di genere nei panel di conferenze, eventi scientifici e seminari e a GWPR Italia, punto di riferimento per i manager donna che operano nel settore delle pr e della comunicazione.

Papa Francesco si è servito di un’immagine, a nostro parere molto evocativa, del passato imprenditoriale italiano, che ci ha colpito e che ci piace ricordare qui: quella di Adriano Olivetti, che aveva stabilito un limite alla distanza tra gli stipendi più alti e quelli più bassi, perché era consapevole che quando i salari e gli stipendi sono diversi si perde il senso di comunità aziendale e il senso di appartenenza. In queste parole, vediamo una sorta di promessa che il Santo Padre ha invitato a mantenere: essere consapevoli che il lavoro creato dalla creatività, dal talento e dell’innovazione, dipende dai tutti, da imprenditori e dirigenti e dai lavoratori e sapere che sono grazie a questo è possibile essere vincere la sfida. E noi di Mediatyche vogliamo continuare a mantenerla.

La sala in ascolto delle parole del Pontefice.