Associazioni, politica e imprese insieme per dare voce ai giovani

Gli esperti intervenuti nel webinar sugli adolescenti del 23 aprile concordano all’unisono su un aspetto: Bisogna iniziare ad ascoltare i giovani.
Come supportato da alcune ricerche, i giovani hanno vissuto con profondo malessere quest’anno e mezzo di pandemia, ma oltre alla questione legata alla scuola, nessuno si è più interessato alle loro condizioni psicofisiche, ai loro sogni, ai loro desideri.
Per questo motivo, il Recovery Plan rappresenta un’opportunità da sfruttare al massimo, per ridare ai nostri “adolescenti sospesi” un futuro pieno di speranza e opportunità di crescita lavorativa.
Dati e obiettivi futuri
L’obiettivo è quello di restituire ai giovani la socialità perduta durante la pandemia e necessaria per riconnettersi con il mondo del lavoro.
Tuttavia, ci sarà da fare i conti con molti aspetti negativi che hanno acuito le difficoltà degli adolescenti durante questo lungo lockdown.
Primo dato che salta all’occhio è l’aumento sensibile dei disturbi del sonno, passata dal 7 al 15% in un anno. Parallelamente sale al 25% la percentuale di ragazzi che lamenta disordini alimentari, così come il fatto che solo 1 adolescente su 4 dichiara di non tenere il proprio smartphone a portata di mano 24 ore al giorno.
Questi numeri e molti altri sono stati raccolti dall’istituto di ricerca IARD e presentati durante il convegno online “Adolescenti senza ristori” organizzato da Laboratorio Adolescenza.
Webinar nel quale sono intervenuti figure di spicco del mondo politico, imprenditoriale, giornalistico, sociale e psicologico.
Nello specifico citiamo nuovamentel a senatrice Susy Matrisciano, presidente della Commissione Lavoro e Previdenza sociale di Palazzo Madama, Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria e vicepresidente di Confindustria, Carlo Altomonte, docente di Economia alla Bocconi e consigliere del governo per il PNNR, Gianna Fregonara, responsabile scuola del Corriere della Sera, Adelia Lucattini, psicoanalista dell’età evolutiva, Carlo Buzzi, docente di Sociologia all’Università di Trento e Manuele Calza, segretaria della FLC Cgil Scuola.
Sen. Matrisciano: “Ascoltiamo i giovani”
Il convegno è stato aperto dalle parole della senatrice Matrisciano, che chiede un maggior coinvolgimento dei giovani per le questioni legate al Recovery Plan:
“Tutti parlano di giovani, ma poi nessuno o quasi li ascolta . Da qualche mese è attivo presso il ministero delle Politiche giovanili un tavolo trasversale proprio sul Recovery plan. In quella sede proporremo di sottoporre tutte le misure contenute nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza a una valutazione preventiva per capire l’impatto che avranno sulle future generazioni. E chiederemo il coinvolgimento anche delle associazioni firmatarie del Manifesto. Questo è l’unico modo per garantire l’adeguato livello di ascolto della componente giovanile. L’altra grande sfida del Recovery è quella di riformare il sistema duale, per fare in modo di dotare i ragazzi e le ragazze di quelle competenze tecniche e scientifiche necessarie a ritagliarsi un posto nel mondo del lavoro. Un umanesimo scientifico di cui il Paese ha un gran bisogno”.
Robiglio: “In campo per tutelare le nuove generazioni”
A fare eco alle parole della senatrice ci pensa Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria e vice-presidente di Confindustria, mettendo il carico sul tema dei percorsi formativi messi a rischio dalla pandemia:
“Dobbiamo scendere tutti in campo in questa sfida per tutelare le nuove generazioni. Le imprese sono in prima linea affinché le comunità e i territori, di cui sono attori centrali, diventino ecosistemi positivi e virtuosi in cui i ragazzi possano realizzare le loro ambizioni e prospettive di crescita. L’unica moneta che costituisce un ‘ristoro’ per i giovani si chiama futuro. Quindi rimane centrale il nostro impegno sulla diffusione degli ITS e sulla formazione tecnica. La trasformazione digitale, la robotica, l’automazione, la transizione green e la sostenibilità sono i nuovi imperativi della crescita economica e necessitano di una risposta formativa diversa da quella messa in campo sinora. Altrimenti continueremo a vivere il paradosso di essere un Paese con una percentuale altissima di NEET e con migliaia di imprese che non trovano i profili professionali di cui hanno bisogno”.
Progetti concreti
“È evidente che non c’è un minuto da perdere – concludono gli organizzatori Massimo Tafi, fondatore di Mediatyche e Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza –. Nei prossimi giorni lavoreremo per portare un progetto concreto all’attenzione delle aziende per coinvolgerle in un percorso di responsabilità sociale che veda gli adolescenti non solo destinatari degli interventi pensati a loro favore, ma che siano, fin dall’inizio, coinvolti nel raccontare il loro anno in lockdown e nel progettare gli strumenti per scardinare la solitudine nel quale li abbiamo catapultati”.
Se vi siete persi il convegno, riguardate qui la versione integrale: https://www.youtube.com/watch?v=B_FbX7BTYEY