Se oggi si parla sempre più di sostenibilità è anche causa del tragico disastro nucleare di Chernobyl, e a 35 anni di distanza gli effetti sulla salute della popolazione colpita dalle radiazioni rimangono spaventosi.

Il collegamento è inevitabile: quando si parla di disastro nucleare il pensiero va alla Centrale di Chernobyl e alle conseguenze terribili che le radiazioni continuano a causare sulla popolazione ucraina, a 35 anni di distanza.

La miniserie televisiva trasmessa da HBO racconta in maniera dettagliata e preoccupante i fatti che hanno preceduto e seguito quel funesto giorno del 26 aprile 1986, quando la città di Pripyat venne evacuata. Preoccupante, ma non eccessivamente drammatizzata come in molti hanno teorizzato, perché ciò che vediamo descrive in modo accurato la realtà dei fatti.

Chernobyl, cronaca di una tragedia

 Prima di passare agli effetti irreversibili causati dalle radiazioni, è bene fare un piccolo passo indietro e raccontare in breve ciò che accadde in quella fatale notte di aprile.

Alle ore 01: 23:45 locali la centrale effettua un test di sicurezza che ha come scopo quello di verificare la turbina accoppiata all’alternatore potesse produrre energia in assenza di alimentazione esterna, anche quando il circuito di raffreddamento non producesse più vapore.

Per questo motivo vengono disabilitati alcuni circuiti d’emergenza. Il test, infatti mira a colmare un lasso di tempo pari a 60 secondi che intercorre tra l’interruzione della produzione di energia elettrica all’afflusso del diesel di emergenza.

Il test dovrebbe quindi aumentare la sicurezza dell’impianto, in grado in seguito di provvedere alla circolazione dell’acqua del circuito di raffreddamento. Usiamo giustamente il condizionale, perché qualcosa purtroppo andrà storto.

Forse un errore alla base della progettazione del reattore, forse errori nella progettazione delle barre di protezione; le tesi che vennero in seguito  fornite per spiegare il disastro furono molteplici e confuse, ma è inequivocabile come il tutto sia stato innescato da un errore umano più che meccanico. Una catena di mancanze ed errori che risultarono irreversibili, e di cui oggi ne risentiamo gli effetti collaterali.

Chernobyl, gli effetti sulle generazioni future

 Tra il 2003 e il 20025 l’ONU ha promosso un incontro istituzionale denominato Chernobyl Forum in cui si dava un resoconto delle vittime e danni ambientali causati dall’incidente : 65 morti accertati e oltre 4mila persone tra gli 0-18 anni che avrebbero sviluppato un tumore.

Inoltre, si provò che le radiazioni comportassero tra le conseguenze una diminuzione della fertilità, malformazioni congenite e un aumento sensibile di tumori o leucemie.

Il problema è essenzialmente legato agli effetti della radiazione, che si distinguono in due categorie: effetti deterministici ed effetti stocastici. I primi stabiliscono una correlazione diretta tra la radiazione e le conseguenti patologie, derivate queste ultime dall’assorbimento di alte dosi (almeno a partire da una certa soglia), riscontrabili fino a qualche mese dall’esposizione. Gli effetti stocastici sono quelli che si possono riscontrare nell’insorgenza di patologie tumorali fino ad alcuni anni dall’esposizione. Mutazioni genetiche possono ricadere tra gli effetti stocastici.

L’analisi conduce a 4000 casi in più rispetto ai 100.000 tumori letali attesi in questa popolazione per tutte le altre cause. Per i circa 4 milioni di persone residenti in aree contaminate che hanno ricevuto dosi di radiazioni più basse, ci si attende ‒ anche se siamo nel campo delle ipotesi ‒ un aumento dell’incidenza della mortalità per tumore inferiore all’uno percento.