Sostenibilità nello spazio: il business dello smaltimento di rifiuti orbitali
La sostenibilità è un tema che non riguarda solo la Terra, ma tutto lo spazio. Lo smaltimento dei rifiuti speciali orbitali nel prossimo futuro farà esordire nel mercato molte aziende che però ci vedono più un’opportunità di business.
Sostenibilità nello spazio: gara a chi smaltisce più rifiuti
Un pianeta Terra all’insegna della sostenibilità è ancora possibile, ma c’è chi guarda già allo spazio come nuovo posto da preservare dall’incombenza dello smaltimento dei rifiuti.
L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) da anni cerca di aprire i dialoghi con le altre agenzie spaziali mondiali per venire a capo del problema dei detriti, ma sembra che non interessi molto.
Per fortuna alle realtà più lungimiranti, il tema di uno spazio sostenibile fuori dal pianeta nativo pare interessare, ma badate bene, l’etica e la passione per il green centrano veramente poco.
Il 1 dicembre 2020 l’Esa ha ufficializzato il contratto con una startup svizzera per un servizio di active debris removal (rimozione attiva dei detriti). Nel 2025 un satellite “inseguitore” avrà lo scopo di artigliare con i suoi tentacoli un adapter (capsule pressurizzate) per satelliti lasciati in orbita. Dopo averlo agganciato, lo trascinerà con sé e insieme bruceranno nell’atmosfera, senza lasciare traccia.
Costo dell’operazione 100 milioni, di cui 86 elargiti dall’Esa. In futuro però l’Agenzia ha intenzione di richiedere operazioni più mirate nell’ottica di una pulizia e una sostenibilità coerente con le iniziative proposte dall’Europa.
I satelliti inseguitori ripuliranno le orbite di molti detriti, non più solo di specifici agganci per le stazioni spaziali.
Nonostante le colossali spese, sembra non mancare la domanda, primo pilastro di ogni business che si rispetti. Secondo alcuni calcoli, in orbita fluttuerebbero oltre seimila scarti e rifiuti, ma i satelliti operativi sono poco meno di 3.000.
Sostenibilità per “città” in orbita
L’accesso allo spazio ormai ha costi sempre più abbordabili, quindi ogni anno si lanciano decine di satelliti. SpaceX e OneWeb, così come la Kuipe di Amazon sono solo alcune delle realtà che in futuro congestioneranno le orbite basse, creando come delle specie di città sempre più popolate in cui non potranno mancare servizi importanti come la raccolta dei rifiuti.
Alla buona notizia dell’improvviso interesse per lo spazio si contrappone la cattiva notizia della creazione di una buona opportunità di business. Al momento non c’è una vera e propria regolamentazione sulla fine che devono fare tutti i rifiuti raccolti. Per questo motivo la domanda sarà potenzialmente enorme, e questo comporterebbe il rischio di aggiungere altre decine di migliaia di satelliti nella nostra orbita, che puntualmente diventeranno ben presto relitti da eliminare.
P.S Mediatyche è un’agenzia di comunicazione che si propone di supportare le aziende ad integrare la sostenibilità nel proprio modello di business.
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