L’economia della sostenibilità applicata all’energia crea sviluppo, lavoro e ricchezza.

I dati relativi all’Italia forniti da Greenpeace in questa intervista con Mediatyche sono impressionanti. 

“Entro il 2030 le rinnovabili forniranno al nostro Paese 100mila posti di lavoro e 175 miliardi di Euro di valore aggiunto” afferma Greenpeace, che ha commissionato uno studio a Althesys.

Gli Stati Uniti invece hanno fatto un passo indietro nel campo della sostenibilità con la firma del decreto presidenziale che ha cancellato il Clean Power Plan introdotto da Obama nel 2015. Il suo successore Donald Trump ha motivato il ritorno al passato affermando che l’industria del carbone e del petrolio dà lavoro ai minatori e agli operai del settore. Ma è una scelta che rischia di creare danni in primo luogo all’economia e all’influenza strategica degli Usa perché le rinnovabili sono uno dei settori trainanti a livello mondiale.

Luca Iacoboni è il responsabile delle campagne energia e clima di Greenpeace

Negli Stati Uniti il campo delle energie rinnovabili crea lavoro a un tasso 12 volte superiore a tutti gli altri settori quindi è il vero motore trainante dell’economia. La scelta di Trump -spiega Iacoboni- è anacronistica perché pone un ostacolo allo sviluppo ulteriore. Le fonti fossili sono destinate a estinguersi e non solo per motivi ambientali ma anche, ad esempio, per ragioni economiche”.

Allora come vi spiegate questa scelta?

“Senza dubbio il presidente sta cercando di soddisfare le lobby che lo hanno sostenuto. Lo ha fatto con le auto e lo fa ora con i produttori di energia fossile. Ma la crescita delle rinnovabili è ormai consolidata a livello mondiale e la scelta degli Stati Uniti se, da un lato, potrebbe avere ripercussioni sugli accordi di Parigi per il clima, con un pericoloso effetto domino, dall’altro lato potrebbe facilitare l’affermazione di altri Paesi su scala mondiale“.

La Cina, ad esempio?

“Sì. La Cina ha deciso di puntare sulle energie pulite e rinnovabili e si candida  a diventare leader mondiale. L’Europa, invece, deve implementare le proprie politiche. Decidere nuovi investimenti”.

Trump, afferma Greenpeace, si sta muovendo in direzione antistorica e antieconomica. Uno degli aspetti più interessanti delle norme ambientali introdotte da Obama e adesso cancellate da Trump era la capacità di incidere positivamente anche sul costo finale dell’energia.

Quali sono i vantaggi in bolletta delle politiche pro rinnovabili?

“Il tetto alla riduzione delle emissioni previsto Obama -dichara Greenpeace- avrebbe avuto ricadute anche sulle bollette energetiche. Il piano prevedeva una riduzione dell’otto per cento del costo dell’energia entro il entro 2030“.