OSSERVATORIO MILANO – La cultura è strategica per Giuseppe Sala
Lo spirito di Expo è la concezione di Giuseppe Sala, il candidato del centrosinistra alle comunali di Milano. L’ex Commissario Straordinario dell’Esposizione Universale del 2015 ci crede davvero. Expo non è solo un successo internazionale da utilizzare come formidabile argomento in campagna elettorale. Expo è una visione da applicare alla città.
E allora è plausibile immaginare che anche la futura, eventuale Giunta di centrosinistra potrebbeLe essere intrisa dell’eredità di Expo. Dello spirito e magari anche delle persone.
Un ruolo molto importante sarà quello dell’Assessore alla Cultura. Il titolare uscente, Filippo Del Corno, ambisce alla riconferma. Si è candidato nella lista “Sinistra X Milano” con il compito non facile di attrarre consensi verso l’area che sostenne Francesca Balzani alle elezioni primarie. Ma i concorrenti sono molti; nella “Lista Sala” in particolare ce ne sono due: il capolista, Fiorenzo Galli, e Davide Rampello. Il primo è il Direttore del Museo della Scienza e della Tecnologia. Ex dirigente di Assolombarda è, a detta di tutti, l’autore di un’impresa difficilissima: ha risollevato le sorti del museo. Da luogo ai margini del circuito culturale, il Museo della Scienza è diventato un’avanguardia della sperimentazione del rapporto vincente tra pubblico e privato. E i risultati sono arrivati.
Un altro uomo capace di aiutare aiusare Sala potrebbe essere Rampello. Sceneggiatore di fama internazionale, presidente dal 2003 al 2011 della Triennale di Milano, autore del padiglione italiano all’Expo di Shangai del 2010, è stato una delle anime di Expo2015 a Milano. Davide Rampello ha contribuito in modo determinante a costruirne l’immagine, ne ha curato il palinsesto degli eventi e ha realizzato il Padiglione Zero, il cuore ideologico dell’Esposizione, il culto dello sviluppo scientifico, tecnologico, industriale accanto all’esaltazione della meraviglie del pianeta: la natura, l’arte, la vita.
Sala spiega che i suoi 5 anni rappresenteranno una fase nuova rispetto al quinquennio di Pisapia. Un cardine del suo programma è l’apertura agli investimenti internazionali. La cultura, nella Milano post industriale, è lo strumento di attrazione più importante. Un uomo come Rampello potrebbe essere la persona giusta per coniugare la valorizzazione del patrimonio della città con il business. La bellezza come veicolo di crescita delle persone e allo stesso tempo come vetrina lucente, più potente delle materie prime, delle fabbriche, della finanza. Una ricetta forse difficile da far digerire ad alcune componenti del centrosinistra. Ma i “grandi elettori” di Sala non lo nascondono: i 5 anni di Pisapia, spiegano, sono serviti a “liberare Milano”. I prossimi 5 devono servire a rilanciarla a livello internazionale, la sola dimensione consona alla metropoli lombarda.