La guerra psicologica ai tempi dei social media

Gli agenti provocatori nell’epoca di Internet. Oggi la guerra psicologica si combatte -anche- a colpi di Trolls. Creatura della mitologia scandinava, il Troll è un personaggio malvagio e violento, ripreso da Tolkien sia ne “Lo Hobbit” che ne “Il Signore degli Anelli”. Nel linguaggio della rete, un Troll è un utente che si nasconde dietro l’anonimato e influenza i forum con commenti aggressivi e provocatori. Il Troll, però, è anche uno strumento più o meno consapevole di propaganda, con la capacità di influenzare i dibattiti e la formazione delle opinioni sui social network, nelle pagine dei commenti dei giornali on-line, nelle chat.
Il quotidiano britannico progressista The Guardian ne sa qualcosa: lo scorso anno il garante dei lettori del Guardian sospettò fosse in atto una ben orchestrata campagna pro Cremlino sulle pagine dei commenti del giornale.
Al Guardian hanno deciso di indagare e hanno scoperto una struttura cresciuta negli anni a San Pietroburgo, in Russia: una agenzia dove decine di persone lavorano giorno e notte, senza contratto, pagate in nero e in contanti, con il compito di creare ciascuna diversi profili fasulli e attraverso questi partecipare alla vita dei social network e dei commenti on-line, con il compito di esaltare la politica di Putin e attaccare i nemici della Russia.
Il Guardian ha parlato con due diversi ex lavoratori di questa struttura, che ufficialmente è una società privata.
“Ogni mattina venivano istruiti sui temi politici da diffondere ogni giorno on line -hanno raccontato ai cronisti di Londra– alternandoli a commenti di vita quotidiana sui quali avevamo campo libero”.
“Nessuno doveva sapere del nostro lavoro e della nostra falsa identità -hanno continuato- e chi non raggiungeva gli obiettivi di produttività veniva multato. La paga era di 45mila rubli al mese (circa 700Euro), 65mila per chi veniva ammesso alla sezione che lavorava sui media statunitensi e britannici”.
Ultimamente gli sforzi della struttura si sono concentrati contro l’Ucraina. Il Governo di Kiev è “fascista” e duri attacchi sono riservati agli Stati Uniti accusati di aggredire ancora una volta la Russia.
Già negli scorsi anni si sospettò che gruppi di giovani attivisti pro-Putin fossero attivi nelle campagne di propaganda via Internet. Non è più il tempo delle spie romantiche di John Le Carrè. Oggi il “Grande Gioco” internazionale passa per gli schermi dei computer e degli smartphones.