La trovata pubblicitaria avrebbe potuto facilmente essere smascherata con un minimo di attenzione, anche perchè è una tecnica molto conosciuta. A cominciare dalla firma dei due coniugi che avevano deciso di litigare in pubblico, attraverso l’acquisto di una pagina a testa del “Corriere della Sera”. La grafia che ha vergato entrambe le firme era identica. E poi i nomi: Enzo e Lucia. Fin troppo facile. Soprattutto nella Milano dei “Promessi Sposi”. La verità viene veicolata attraverso il mondo dei blogger: quelle due pagine con cui lui recrimina con lei per essere stato lasciato e lei risponde elencando i limiti e le immaturità dell’ex sono propedeutiche a una campagna pubblicitaria esplicita di un nuovo programma televisivo, “Alta infedeltà” di Real Time il cui format è proprio la narrazione della crisi delle coppie a causa delle infedeltà. Nell’epoca dei social network la campagna di marketing è corroborata da una pagina Facebook. L’utilizzo di messaggi coperti che anticipano la successiva campagna pubblicitaria è ampiamente utilizzata: si crea una aspettativa attraverso un messaggio “misterioso” che rafforza il principale per analogia e associazione quando quest’ultimo viene svelato. La tecnica è stata usata anche in politica in un caso illustre. Nell’inverno del 1993 i cartelloni pubblicitari di tutto il Paese furono tappezzati con le immagini di un simpatico neonato che pronunciava due semplici parole: “fozza itaia”. Nessuno comprese, anche perchè mancava qualsiasi firma o riferimento ulteriore. Ma tutti si ricordarono di quel bambino innocente quando, alcuni mesi dopo, Silvio Berlusconi annunciò la “discesa in campo” e il nome della nuova formazione politica: “Forza Italia”. Il bambino era cresciuto e sarebbe stato il protagonista dei successivi 20 anni della vita politica italiana.