Appunti dal Quirinale – Verso la prima votazione: tra bluff e disinformazione.
Bluff e disinformazione. Le parole del giorno, a poche ore dalla prima votazione per il Presidente della Repubblica. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare e rispunta la mitica “Velina Rossa”, l’agenzia di stampa che un tempo fu la voce dei segreti del Pci. Scrive la Velina che Massimo D’Alema avrebbe dato il via libera al Quirinale per l’ex arcinemico Walter Veltroni.
Il fondatore del Partito Democratico potrebbe essere il punto di caduta, l’uomo in grado di mettere d’accordo tutto il Pd “ma anche” Berlusconi. Queste però sono ore in cui ci si esercita nel confondere le acque. Quando Berlusconi ha lasciato l’aula dei Gruppi Parlamentari alla Camera, dove ha incontrato i grandi elettori del suo partito, i volti dei deputati di Forza Italia erano rilassati e sorridenti. Eppure solo pochi minuti prima sembrava che tutto fosse perduto: Berlusconi tuonava contro le sinistre, contro i Golpe che lo avrebbero eliminato politicamente, contro gli inquilini del Quirinale che da troppo tempo apparterrebbero a una sola area politica, quella a lui avversa. Non ci sarebbero stati motivi di serenità se non fosse stato per la convinzione di tanti che si trattasse in realtà di un bluff. Le due ore di incontro tra Renzi e Berlusconi avrebbero dato i loro frutti e il nuovo faccia a faccia nel giorno del primo scrutinio servirebbe a limare i dettagli. Il bluff del resto, in queste ore di vigilia, va di moda anche tra i media. Si susseguono profondissime analisi che danno per certo Tizio o Caio al Quirinale. Un gioco di specchi dove tutti gli argomenti sono validi. E dove la verità, probabilmente, in queste ore è conosciuta da due persone. Una siede a Palazzo Chigi, l’altra rischia di non poter assistere alle giornate decisive perché dovrà tornare ad Arcore a causa della condanna in via definitiva per frode fiscale.