Mediatyche da tempo collabora con molte realtà del mondo Pharma e della Salute, con lo scopo di mettere in pratica una comunicazione efficace, con un occhio particolare all’aspetto della sostenibilità. Il covid ha di fatto reso insostenibili alcune situazioni cliniche già delicate in precedenza, ma che il lockdown ha messo ulteriormente in evidenza.

Per la Giornata Mondiale della Salute, dal nostro piccolo osservatorio rilasciamo alcuni dati e situazioni mediche legate all’aspetto pandemico. Dall’abbandono dei dializzati e trapiantati denunciato da Aned Onlus, alle paure riscontrate da Santen dei pazienti affetti da glaucoma, passando per l’aumento dei fumatori durante il lockdown . Ecco come il covid ha influito negativamente nell’ultimo anno.

Giornata della Salute: dializzati in attesa dei vaccini

In occasione della Giornata Mondiale della Salute abbiamo voluto riportare dati concreti sull’impatto causato dal covid a livello sanitario. In Italia la campagna vaccinale va a rilento, ma per i pazienti più fragili, come i trapiantati o dializzati l’immunizzazione non può più aspettare.

Aned Onlus  (Associazione nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) già da dicembre ha portato il problema all’attenzione di Cts, AIFA, Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, chiedendo un’accelerazione sulla campagna vaccinale per le categorie più fragili.

“Tutti soggetti fragili che, se contagiati, hanno una probabilità di non farcela che oscilla tra il 30 e il 50%. Ecco perché è essenziale inserire queste persone tra quelle prioritarie da vaccinare – ha sottolineato il presidente di Aned Giuseppe Vanacore –. “Perché sia il vaccino Pfizer che quello di Moderna non essendo basati sul virus attenuato, secondo le informazioni che giungono dalla comunità scientifica, non sarebbero incompatibili con il sistema immunitario indebolito di una persona trapiantata”.

Aned ha anche promosso una raccolta firme, che in poche ore ha toccato 15mila adesioni, le ha inoltrate al ministro Speranza e il 18 febbraio ha centrato un primo obiettivo: dializzati e trapiantati sono stati inseriti tra le categorie cui somministrare i vaccini in via prioritaria.

Peccato che la disposizione sia rimasta solo sulla carta, per lo meno in molte regioni dove ancora le persone continuano ad essere scavalcate da avvocati, psicologi e giovani assistenti universitari che lavorano in smartworking. In barba al principio che vorrebbe la medicina a protezione dei più fragili.

Giornata Mondiale della Salute: a rischio i pazienti affetti da glaucoma 

La pandemia ha limitato fortemente le visite mediche, ma per i pazienti affetti da glaucoma o altre patologie simili, sono state preservate. Tuttavia, molti pazienti durante il lockdown hanno mostrato una certa diffidenza e paura nell’incontrare il proprio medico curante, proprio per timore di contrarre il coronavirus.

Una ricerca elaborata da Santen, azienda farmaceutica specializzata nel settore oftalmico, ha riscontrato dati abbastanza eloquenti sugli atteggiamenti e i dubbi mostrati dai vari pazienti nell’ultimo periodo.

Giusto per dare qualche percentuale, in Italia il 28% ha dichiarato di aver mancato gli appuntamenti, nonostante le proposte di visite alternative. Per il 21% degli intervistati, la paura di contrarre il covid è stata troppo forte, e per questo motivo hanno deciso di non vedere per un anno il medico curante. Il 44% non è riuscito a presentarsi ai controlli medici programmati per il glaucoma, così come il 22% non è riuscito a procurarsi i medicinali per le cure prescritte dal medico complici i troppi impegni familiari.

In pratica, il paziente, una volta ricevuta la diagnosi, prescritta la cura e pianificato l’appuntamento per il controllo, è lasciato a se stesso. In parole povere, è il malato che deve accedere al sistema, curandosi da solo. Ovviamente, un setting organizzativo di questo tipo è estremamente fragile. In questo, la pandemia va colta come un’opportunità per ripensare l’intero percorso gestionale”. Così dichiara il professore Stefano Gandolfi, Presidente della Società Italiana del Glaucoma (SIGLA).

“La vista è spesso considerata il senso più importante e prevenirne il peggioramento o addirittura la perdita e mantenendo quindi la qualità di vita delle persone è una priorità di Santen. Speriamo che la consapevolezza derivante da questi risultati, sia motivante per i pazienti con glaucoma per continuare a fare tutto ciò che è necessario per mantenere in buona salute i propri occhi durante e dopo la pandemia” conclude il Dott. Paolo Casati, General Manager di Santen Italia.

 Fumatori “prigionieri” in casa

Il lockdown ha costretto molti fumatori incalliti a combattere contro se stessi, oltre che contro il covid.

Una ricerca Nielsen*, commissionata dalla Fondazione Smoke-Free World, ha preso in analisi i comportamenti dei consumatori di tabacco e nicotina per capire come abbiano affrontato questa crisi.

Anche in questo caso, i dati confermano le nostre perplessità e vogliamo renderli espliciti nella Giornata Mondiale della salute. Per il 29% dei fumatori di tabacco e nicotina il distanziamento sociale ha avuto un impatto negativo a livello psicologico. A soffrire di più della chiusura infatti sono stati quei fumatori abituati a una vita sociale intensa. Nello specifico, citiamo la fascia d’età tra 18 e 24 anni.

Lo stress e la monotonia quotidiana dettata dal lockdown ha aumentato la percentuale di nuovi fumatori, salito al 27%. Non solo, l’inevitabile vicinanza con i fumatori ha aumentato il rischio del fumo passivo. Se prima del lockdown il 61% degli intervistati usava tabacco in casa, durante i mesi della pandemia si registra il 71%.

Il terrorismo psicologico indotto dai quotidiani sul numero delle vittime covid ha convinto una piccola ma significativa percentuale di fumatori tradizionali a smettere di fumare. Purtroppo del 37% che ha considerato l’ipotesi, solo il 18% ha provato concretamente a farlo.

I giovani compresi tra i 18 e 24 hanno recepito più negativamente la correlazione tra fumo e covid. Per questo motivo, quasi il 47% ha considerato l’idea di smettere subito.

I risultati della ricerca evidenziano come per i fumatori le sigarette siano ancora un rimedio essenziale per combattere lo stress, l’ansia e la paura generata dall’epidemia di covid-19 e dal conseguente lockdown. Speravamo che tanti potessero provare a smettere di fumare durante la quarantena. Ma purtroppo questo non è successo. Non sono sorpreso “. Così ha dichiarato a malincuore Riccardo Polosa, Fondatore e Direttore del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania.

*La ricerca è stata svolta tra il 5 e il 14 aprile 2020

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