La sostenibilità, un nuovo paradigma. Per affrontarlo, conviene guardare al passato

Se vogliamo comprendere la sostenibilità, l’esperienza di Mediatyche nel mondo della comunicazione può essere molto utile.
Noi che abbiamo vissuto intensamente e dall’interno la rivoluzione di Internet e, più in generale, quella dell’Ict, troviamo significative analogie con il nuovo paradigma della sostenibilità.
Proviamo a analizzarle.
Una questione per soli addetti ai lavori
Per lunga parte della sua storia, diciamo fino a metà degli anni ’90, la tecnologia informatica è stata chiusa nelle stanze degli specialisti, sorta di sciamani della tecnologia. Analogamente, la questione ambientale è stata a lungo una tematica che divideva il mondo in apocalittici e negazionisti.
Un lusso per grandi
Anche tra imprenditori e manager sull’utilità dei calcolatori non mancavano gli scettici: la maggioranza riteneva nella migliore delle ipotesi quegli “aggeggi” un lusso per poche grandi e grandissime aziende. Non diverso il destino delle tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente, le tecnologie di recupero d’energia o per l’utilizzo di fonti rinnovabili: erano considerate un costo eccessivo e non certo un investimento utile e produttivo.
L’importanza di comunicare
Tecnologie complicate, vantaggi indubbi ma la cui evidenza era percepita all’interno delle organizzazioni e non al di fuori: il ruolo della comunicazione è stato fondamentale nel raccontare e spiegare all’opinione pubblica l’importanza e il ruolo che l’Ict stava assumendo nella vita di ciascuno, prima ancora che internet e la telefonia mobile convincesse anche i più ostinati oppositori. Allo stesso modo la comunicazione può e deve svolgere un ruolo fondamentale nello spiegare le tecnologie per la sostenibilità o, meglio ancora, l’importanza stessa del concetto di sostenibilità e di economia circolare. E di come queste siano il nuovo paradigma su cui si giocano già ora i destini di un’azienda, di un prodotto, di un’organizzazione sociale.
Quando lo storytelling aiuta l’ambiente
Semplificando all’estremo, lo storytelling si costruisce intorno al quadrato: problema-eroe-nemici-successo. Ed è esattamente la tecnica utilizzata a suo tempo – allora non sapevamo ancora che si chiamasse storytelling – per spiegare la tecnologia più ostica e tradurla in termini chiari per i media e per l’opinione pubblica, in termini cioè che rendessero chiari quali erano i vantaggi per tutti, prima ancora che per l’azienda. Questa medesima tecnica torna utile oggi per raccontare i percorsi di sostenibilità intrapresi da un’azienda. A nessuno interessa (tranne all’imprenditore) che la tal azienda abbia installato una macchina da imballaggio particolarmente sofisticata e costosa in grado di impacchettare più biscotti più rapidamente della macchina utilizzata in precedenza. Mentre interessa a tutti sapere che quella macchina è l’unica che consente di impacchettare i biscotti con un involucro biodegradabile che mantiene il prodotto fragrante come se fosse rinchiuso in un pack di accoppiato ma, a differenza di quello, facilmente smaltibile e riciclabile. Semplificando la vita al consumatore e risparmiando materia prima.