“Prima regola di ogni presidenziale, stabilita da Mitterand: una campagna è una questione personale e solitaria. Il partito è gentilmente pregato di astenersi. Le decisioni si prendono in una cerchia ristretta”.
E’ un passaggio dell’autobiografia di Jacques Seguela (Presidente da vendere – Lupetti editore), lo spin doctor che inventò il “personaggio” Mitterand facendolo ascendere all’Eliseo nel 1981 con lo slogan passato alla storia della comunicazione politica: “una forza tranquilla”.

Le parole di Seguela (nella foto) che vi abbiamo citato descrivono perfettamente, come un abito di sartoria, la strategia di Giuseppe Sala per il ballottaggio di Milano.

In queste giornate decisive deve emergere il personaggio Sala, deve emergere l’uomo con la sua personalità e con le sue proposte.

Sala ha un bisogno assoluto di recuperare gli elettori di sinistra che non hanno votato per lui o che hanno scelto l’astensione. E deve riportare alle urne tutti coloro che lo hanno votato al primo turno. Il primo compito potrebbe non essere così semplice perché, fino a oggi, Mister Expo non è riuscito a scrollarsi di dosso l’ipoteca di manager estraneo alla sinistra e alla politica.

Fino al primo turno Sala ha parlato al centro dello schieramento. Dal giorno dopo ha iniziato a virare. Ha preso le distanze da Renzi (“non sono mai stato renziano”) e ha detto cose di sinistra (“il lavoro, l’ambiente, la legalità, le periferie sono le nostre priorità”).

Il candidato del centrosinistra però non ha intenzione di far coincidere o anche solo assomigliare la sua immagine a quella dei partiti che lo sostengono e a quella delle forze politiche che potrebbero dargli il voto al secondo turno. Sarebbe, dal suo punto di vista, una operazione deleteria, che gli alienerebbe le simpatie di quel voto di opinione che a Milano è molto presente e che al primo turno ha premiato Parisi oltre le aspettative. Allo stesso tempo però deve conquistare i voti di sinistra fino a oggi mancanti. Difficile compito, che prevede una accentuazione del profilo politico senza stravolgere le caratteristiche del personaggio costruite fin qui.

L’uomo politico è una marca” diceva Seguela.

Dopo il risultato deludente del primo turno, Sala ha deciso per un nuovo market positioning.
Sala userà molto di più i media, apparirà di più in televisione e sugli altri mezzi di comunicazione. Continuerà a parlare a tutta la città con una attenzione particolare a sinistra. Ma senza indulgere troppo in rapporti coi politici e senza utilizzare il linguaggio tradizionale della politica. Errori che, se fossero commessi, sarebbero considerati esiziali.