Urbanizzazione, deforestazione e pratiche di caccia: ecco alcune delle specie di animali estinte negli ultimi secoli a causa dell’egoismo dell’uomo.

Fin dagli albori dell’esistenza, l’essere umano ha voluto soggiogare le specie animali e in alcuni casi è persino riuscito a provocarne l’estinzione.

Il processo di urbanizzazione avuto luogo negli ultimi secoli ha compromesso l’equilibrio di molti ecosistemi. Come vedremo nei paragrafi successivi, la caccia, la deforestazione e lo sfruttamento eccessivo hanno determinato, ineluttabilmente, la scomparsa di molte specie.

Specie estinte dall’uomo: il Rinoceronte bianco

Partiamo dal Rinoceronte bianco settentrionale maschio. Questa specie si è estinta principalmente a causa del bracconaggio degli anni 70-80 in Africa. L’imponente animale non era ambito per la sua carne o per la sua pelle, ma per il suo corno che secondo i cacciatori e gli abitanti locali aveva potenti poteri curativi.

Sudan, l’ultimo esemplare avvistato è morto all’età di 45 anni nel 2018, ed essendo l’unico sopravvissuto non ha potuto generare eredi.

Tigre di Gava

La Tigre di Giava ha vissuto molti secoli in libertà, ma nei decenni l’urbanizzazione ha distrutto il suo habitat naturale, causandone la sua scomparsa nel 1994. Oltre alla deforestazione, il felino ha patito la caccia serrata delle tribù indonesiane.

La scomparsa delle sue prede l’avrebbe portata ad altre fonti di alimentazioni e nei decenni scorsi qualcuno l’avrebbe avvistata ancora aggirarsi in cerca di nuove prede, ma non vi sono immagini che certificano la bontà di queste testimonianze.

Grizzly della California

Il Grizzly è tra gli animali più rappresentati nelle bandiere americane, ma da quasi 100 anni di questa specie non v’è più traccia neanche in fotografia.

All’inizio degli anni’20 venne cacciato perché ritenuto una minaccia per il processo di urbanizzazione interno, e in seguito venne sfruttato per combattere contro i tori. In pochi anni l’assenza di esemplari del sesso posto portò alla sua scomparsa definitiva.

Specie estinte: il Dodo delle Mauricius

Il Dodo assieme al mammuth è l’animale preistorico per antonomasia, ma la specie delle Mauricius venne scoperta solo nel 1598, per poi estinguersi agli albori del 18esimo secolo.

Questo uccello incapace di volare venne cacciato dalle spiagge dai marinai olandesi, e con l’avvento del colonialismo, vide sempre più ridursi il suo habitat.

Alca impenne dell’oceano Atlantico

L’Alca impenne dell’Oceano Atlantico era un uccello simile al dodo citato precedentemente, ma la sua storia sul globo terrestre durò solo 2 secoli scarsi.

Ambito per la prelibatezza della sua carne, in seguito i cacciatori la utilizzarono come esca per la pesca. L’espansione demografica dell’uomo costrinse il volatile a indietreggiare verso il nord per cercare altri habitat, ma invano. Nel 1844 venne ucciso l’ultimo esemplare esistente.

Foca monaca dei Caraibi

Altra vittima del turismo, sviluppo e dell’urbanizzazione, l’ultimo avvistamento della foca monaca dei Caraibi risale al 1852. La specie venne scoperta nel 1494 da Cristoforo Colombo, e immediatamente con l’arrivo del colonialismo divenne facile preda dei cacciatori.

In particolar modo, dal 1770 al 1900 la foca monaca era ambita per la qualità della sua pelle e per il suo grasso, utile come componente per l’olio.

Coguaro

Il coguaro è una specie felina estinta nel 2016, ma minacciata dal lontano 1973. Anche in questo caso la caccia e la mancanza di risorse lo ha spinto in altre aree geografiche degli Stati Uniti, e vista la forte popolazione di cervi, molti scienziati negli ultimi decenni hanno pensato che possa esserci ancora traccia della specie a est.

Orso dell’Atlante

Unico indigeno dell’Africa, l’orso dell’Atlante a fine ‘800 è scomparso a causa della caccia intensa messa in atto da Marocco e Algeria.

Questi due stati africani hanno distrutto il suo habitat e cacciato l’esemplare per sport. Si narra che già ai tempi dell’Impero Romano si usasse l’orso per l’esecuzione nelle arene. Gli scienziati hanno registrato l’uccisione degli ultimi esemplari nel 1870.

Lipote: una delle specie estinte dall’inquinamento

Chiamato anche Bai, il Lipote era un delfino che viveva nel fiume Yangze, in Cina. Oltre 20mila fa lasciò il Pacifico per migrare verso altre acque.

Negli ultimi secoli l’industrializzazione della Cina e l’inquinamento delle sue acque hanno colpito i suoi sensi, come l’udito e la vista. Inoltre, ha sofferto la pesca intensiva, rimanendo sovente impigliato in molte reti di pescherecci.

La sua caccia venne proibita nel 1983, ma già alla fine del secolo gli scienziati avevano registrato gli ultimi 13 delfini. A quel punto l’allarme dato dagli esperti risultò vano e nel 2006 scomparse anche Kiki, l’ultimo della specie.

 Quagga del Sudafrica

Il Quagga del Sudafrica era una sottospecie di zebra diversa dalle altre perché presentava le classiche strisce nere solo sulla parte anteriore del corpo. Si tratta di una delle specie più cacciate del 19esimo secolo, non solo perché reputato come minaccioso per pecore e capre.

Si racconta infatti che la pelle del Quagga fosse usata come sacco per i cereali o per tessere pelli di cuoio pregiate. La caccia eccessiva degli olandesi dalle terre africane costrinse la specie a spostarsi, ma in habitat diversi, presto la specie scomparve. L’ultimo esemplare avvistato risale al 1878.

 

 

 

 

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