La Torre di Tesla: sostenibilità e sharing economy nell’Ottocento

Ambiente, clima e sostenibilità sono le tre parole del momento. Negli ultimi dodici mesi, la giovane attivista svedese Greta Thunberg è diventata l’icona globale della lotta al climate change, risvegliando le coscienze di milioni di persone in tutto il mondo e dando vita ad una vera e propria rivoluzione culturale. Stop agli sprechi e via libera alla condivisione attraverso la sharing economy sono gli imperativi di chi ha a cuore il futuro del pianeta.
Sembrano parole nuove, ma se vi dicessimo che i concetti di sostenibilità e di sharing erano presenti già nell’Ottocento, cioè ben due secoli fa?
Proprio così: nel pieno della seconda rivoluzione industriale, mentre venivano messe a punto invenzioni che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’umanità – tra telegrafi, ferrovie e imponenti navi a vapore – c’era qualcuno che, con grande lungimiranza e pragmatismo, si poneva già il problema di uno sviluppo sostenibile, per lasciare in eredità alle generazioni del futuro il miglior mondo possibile.
A quel qualcuno risponde il nome di Nikola Tesla, lo scienziato serbo-croato trapiantato negli Usa nel 1884 a cui si deve una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi: il sistema di corrente elettrica alternata, che ancora oggi fornisce energia elettrica nelle nostre città. Pochi personaggi della scienza hanno attorno a sé un’aura di leggenda come il “mago dell’elettricità”, che incantava l’alta società di New York con le sue spettacolari esibizioni in cui attraversava indenne fortissime scariche elettriche.
Le reti a corrente alternata, ben più efficienti della corrente continua usata sino ad allora – e di cui Thomas Edison era convinto fautore – per Tesla erano soltanto uno stadio intermedio nel percorso verso un sistema senza fili, in grado di spedire intorno al globo informazioni ed energia. Immaginava un mondo in cui tutti gli uomini avrebbero ricevuto energia gratuita e illimitata.
Nel 1900 Tesla trovò un finanziatore per la costruzione di una futuristica torre-antenna a Long Island – la Wardenclyffe Tower – che aveva l’obiettivo di inviare negli strati superiori dell’atmosfera onde altamente energetiche per distribuire l’energia intorno al globo in modalità wireless. Ma poco prima dell’ultimazione del progetto, l’investitore si ritirò. Nel 1917 l’impalcatura di acciaio della torre fu fatta esplodere per poterne rivendere le sue parti, a causa degli enormi debiti contratti dallo scienziato per poter realizzare i propri esperimenti.
Oggi sappiamo che l’invenzione di Tesla è riproducibile e funzionante solo su piccola scala e per distanze molto brevi. Ma nella Wardenclyffe Tower troviamo già i concetti di sharing e sostenibilità che animano i nostri discorsi odierni. Per Tesla, il progresso scientifico era finalizzato ad assicurare un futuro prospero all’umanità, e dunque doveva essere sostenibile. Inoltre, anche se il carbone all’epoca (come oggi) era ben lontano dal finire, Tesla era già un convinto fautore delle energie rinnovabili. “Dopo aver imparato a ricavare calore dal legno e dal carbone, incanalare le forze dell’aria e dell’acqua per azionare i mulini, animare le macchine con il vapore e trasportare l’energia ovunque sia necessario in forma di corrente elettrica, ora dobbiamo svincolare la produzione energetica dal consumo di materia” – scriveva.
“La filantropia ci impone di inventare nuovi metodi di produzione del ferro che non comportino l’incivile spreco di questo prezioso materiale, da cui attualmente deriva la maggior parte della nostra energia. È un nostro dovere verso le generazioni future lasciare intatto questo deposito di energia, o almeno non toccarlo finché non avremo perfezionato il processo di combustione del carbone. Chi verrà dopo di noi avrà più che mai bisogno di combustibile”.
Ancora oggi ricaviamo dai combustibili fossili, e in particolare dal carbone, l’80% dell’energia che consumiamo, emettendo gas serra inquinante nell’atmosfera. Avremmo tanto da imparare dal genio visionario e lungimirante di Nikola Tesla, vissuto due secoli fa.