logistica

La logistica sostenibile costituisce una potente chiave strategica di sviluppo e innovazione. Oggi, che sono sempre più evidenti i rischi di comportamenti e modalità degenerative su molti processi di supply chain, è fondamentale agire seguendo obiettivi che tengano in considerazione l’impatto ambientale, economico e sociale di ciò che accade nella catena di fornitura. Mediatyche, da sempre a fianco delle aziende per comunicare e sostenere progetti di sostenibilità a 360 gradi, dall’inizio di quest’anno è parte dell’associazione SOS LOGistica, che dal 2005 ha lo scopo di diffondere le migliori pratiche in ambito green logistics.
Ecco in CINQUE PUNTI ciò che le aziende dovrebbero fare affinché la logistica sostenibile diventi una reale opportunità di crescita.

1. Analizzare il processo di supply chain per individuare le problematiche di ogni fase

Tutto comincia da una mappatura puntuale di ciò che avviene in un determinato processo produttivo e delle conseguenze che possono esserci optando strategie differenti. Tra i “rischi” da considerare non c’è solo l’impatto ecologico-ambientale, ma anche quello delle violazioni dei diritti umani. Per esempio, un’azienda che utilizza come materia prima del suo prodotto un determinato minerale è importante che sia consapevole delle politiche applicate nel Paese in cui viene estratto e delle condizioni lavorative del personale. Scegliere situazioni in cui sono garantiti i diritti umani e comunicare questa scelta sono occasioni di crescita importante.

2. Promuovere i programmi di engagement nei confronti dei fornitori

L’azienda deve mettere in opera politiche collaborative tra tutti gli attori della supply chain e in particolare con i fornitori, creando comuni obiettivi di sostenibilità. Per consolidare la relazione e ottenere il massimo in tal senso è auspicabile che i fornitori vengano premiati per performance ottenute e impegno profuso. Ciò può avvenire organizzando momenti specifici di elogio durante meeting aziendali, implementando il loro fatturato o supportando determinati programmi di efficientamento.

3. Usare gli standard internazionali come guida 

Uno standard è essenzialmente un metodo riconosciuto per fare o ottenere qualcosa. Può riguardare la creazione di un prodotto, la gestione di un processo, la fornitura di un servizio o di materiali. A seconda della tipologia, delle attività e degli obiettivi di un’azienda ci sono specifici standard. Molte aziende seguono la ISO 20400, che costituisce un riferimento importante per l’integrazione della sostenibilità nella strategia politica di rifornimento di un’organizzazione, definendo principi come la responsabilità, la trasparenza e il rispetto dei diritti umani. Se lo scopo però non è l’approvvigionamento sostenibile ma la riduzione di anidride carbonica c’è, per esempio, il Carbon Trust Standard. Quale che sia lo standard scelto, esso non deve essere considerato un obiettivo fine a se stesso, ma una linea guida a cui ispirarsi, un punto di partenza per accogliere nuove sfide di sostenibilità.

4. Utilizzare la blockchain per supportare in modo sostenibile la supply chain

L’adozione della tecnologia blockchain, un “registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer”, consente di rendere trasparenti i contratti di fornitura, garantendo che vangano rispettati gli accordi sulla sostenibilità. Sicuramente l’ambito privilegiato della blockchain è quello finanziario, ma si estende anche a molti altri settori – dalla filiera agroalimentare alle reti energetiche, dalle assicurazioni alla sharing economy, dalla selvicoltura alla pesca – creando l’opportunità di gestire in modo rivoluzionario le transazioni con un occhio vigile sull’osservanza degli standard.

5. Comunicare al consumatore finale il valore di una logistica sostenibile

Il punto nodale di ogni modello di business è il consumatore finale, ossia colui che opera quotidianamente una scelta di acquisto e che determina il successo o meno di un prodotto specifico. Negli ultimi anni c’è sempre più attenzione al tema della sostenibilità, tanto che si è disposti a spendere una cifra maggiore per avere un prodotto “green”. La strategia di sostenibilità di un’azienda va quindi comunicata al meglio, puntando a rendere consapevole l’utente finale dei vantaggi, in termini ecologici e sociali, di una catena di fornitura sostenibile. Inoltre, un consumatore che conosce l’impatto dei processi di logistica che riguardano la realizzazione di un prodotto e il suo fine vita (dal riciclo allo smaltimento dello stesso) sposa in modo più conscio modelli di sostenibilità, diventando lui stesso un driver per il cambiamento.

Il Giornale della Logistica