Il futuro delle città è nelle periferie, sostiene Renzo Piano.

E’ una affermazione che contiene una certa dose di utopia ma la visione del più importante architetto italiano vivente è accompagnata da un lavoro di elaborazione e di progettazione che fa delle periferie il fulcro della rinascita delle città.

Renzo Piano lo definisce “il rammendo”. Non più interventi di grandi dimensioni che in passato hanno creato situazioni di forte disagio e di emarginazione ma un costante e paziente lavoro di recupero dell’esistente e di trasformazione delle aree urbane più deteriorate.

Anche questa è sostenibilità.

A Milano l’icona delle periferie è il Giambellino. Costruito alla vigilia della seconda guerra mondiale oltre il sobborgo più estremo, non ha mai goduto di manutenzione e oggi paga i decenni di abbandono. Il Giambellino, dal punto di vista sociale, è fin dalle origini un luogo che ha accolto l’immigrazione: prima quella degli italiani richiamati in patria dal fascismo, poi quella dei cittadini di origine meridionale che arrivavano a Milano attratti dalle possibilità di lavoro, infine quella dei migranti. Oggi al Giambellino convivono oltre 20 nazionalità. Un quartiere difficile, ma vivo. Luogo di artisti, di attivisti sociali così come di malavitosi (da Renato Vallanzasca che vi trascorse l’infanzia a Francis Turatello che teneva al Giambellino la sua bisca notturna, frequentata spesso da insospettabili politici e uomini d’affari). Al Giambellino nacquero le Brigate Rosse e nei suoi giardini si diffuse per primo lo spaccio e il consumo dell’eroina. La vita al Giambellino è difficile ancora oggi, per il degrado, le condizioni economiche degli abitanti, i problemi storici a partire dall’abusivismo gestito da associazioni criminali.

Renzo Piano ha investito nel Giambellino al punto da creare un gruppo di lavoro di giovani architetti che hanno elaborato un piano di azione per ridare vita al quartiere. Interventi semplici, poco costosi, possibili. Hanno iniziato abbattendo un muro del mercato comunale per garantire l’accesso al parco pubblico dove ci sono anche gli orti gestiti dagli abitanti. Hanno pensato di unire i cortili interni attraverso piccoli lavori che possano mettere in comunicazione gli spazi, salvaguardando il verde esistente e piantando nuove essenze. Hanno spiegato agli abitanti come iniziare a fare da sé le prime ristrutturazioni, micro lavori negli appartamenti. In attesa del via libera al progetto da decine di milioni di Euro di Regione e Comune. Una speranza che per ora rimane sulla carta.

Il lavoro al Giambellino è oggi documentato in un sito, g124giambellino.com, e in un libro, edito da Skira. Un volume ricco di analisi, di storie e di magnifiche fogografie del quartiere. Si intitola “G124”, come la targa che indica l’ufficio del senatore a vita Renzo Piano a Palazzo Giustiniani, dove il gruppo di lavoro sulle periferie italiane è stato costituito.