Periferie, mercati, televisioni.

La strategia di Stefano Parisi nelle due settimane prima del ballottaggio di Milano è incentrata su questi cardini.

Il candidato del centrodestra ha deciso di sfidare Sala sul terreno tradizionale della sinistra: i quartieri popolari. E lo farà “ispirandosi”, per non dire ricalcando, la campagna elettorale condotta da Sala nelle scorse settimane: visite ai quartieri periferici, strette di mano e sorrisi nei mercati popolari. Contatto diretto con gli elettori. Del resto il voto del primo turno ha evidenziano una prevalenza del centrosinistra nei quartieri del centro e una affermazione del centrodestra nelle periferie. E allora Parisi batte il chiodo, sfruttando un pensiero diffuso in città: Pisapia ha deluso nei quartieri popolari. E’ una percezione, non necessariamente un dato di realtà, ma in politica e nelle urne la percezione è un elemento fondamentale.

Parisi andrà nelle periferie sostenendo di essere un candidato votabile anche dagli elettori tradizionali della sinistra: “il mondo è cambiato – è il suo pensiero – il voto non è più ideologico, oggi sinistra significa innovazione e cambiamento e noi siamo in grado di garantire innovazione e cambiamento”.

Parole che non devono sorprendere. L’era della “politica liquida” è stata inaugurata, in Italia, da Renzi e dal renzismo. “Sinistra significa cambiamento” rispose Maria Elena Boschi, allora nuovo fenomeno della politica, a chi le chiese cosa significasse essere di sinistra oggi.

La televisione. Strumento che si associa al centrodestra berlusconiano tanto quanto i new media si associano al grillismo, la televisione è stata essenziale nel grande recupero elettorale di Parisi rispetto ai sondaggi iniziali. Il manager romano ha una simpatia e una capacità dialettica che lo hanno favorito nei confronti con Sala e lo hanno reso appetibile per interviste e talk show (nella foto, Parisi durante un dibattito televisivo).

Domenica sera, dopo la chiusura delle urne del primo turno, Parisi era la star del piccolo schermo, mentre Sala rimaneva chiuso nelle stanze del suo comitato elettorale e non avrebbe parlato per tutta la notte e la mattina seguente.

“Ancora oggi dobbiamo recuperare il gap di popolarità rispetto a chi ha associato la propria immagine a Expo” afferma lo staff di Parisi. Quindi, aspettiamocelo su tutti i canali, prima del 19 giugno.