Quando è stata resa nota la notizia della cessione, da parte dell’editore britannico Pearson, del Financial Times all’editore giapponese Nikkei, un’agenzia di stampa italiana ha commentato: “il Financial Times si globalizza”. Un’affermazione che dimostra semmai il provincialismo della stampa italiana. Il Financial Times era e resterà il più importante quotidiano finanziario del mondo assieme al Wall Street Journal e la visione globale da sempre fa parte della sua missione e della sua ragion d’essere. Casomai sarà interessante comprendere quanto eventualmente cambierà il punto di vista del giornale che ha sede sulle rive del Tamigi rispetto alle dinamiche finanziarie internazionali. Fino a oggi il Financial Times è stato molto sensibile agli interessi della City di Londra. Ora però avrà un proprietario che nel nome stesso, Nikkei, si rifà al mercato finanziario di Tokyo. “Nikkey” è infatti anche il nome della borsa giapponese. L’operazione Financial Times vale 1,2 miliardi di Euro.
Un’altra importante manovra che riguarda il gruppo Pearson e la stampa economico-finanziaria coinvolge i capitali della famiglia Agnelli. Il gruppo Exor, la “cassa” degli Agnelli, potrebbe acquistare il 50% del settimanale The Economist, la più prestigiosa rivista economica del pianeta.
Non solo nel core business dell’automobile il gruppo Fiat ha ormai la testa e gli interessi tra Londra e gli Stati Uniti.