Le top news su Milano – 1 aprile
Buongiorno e buon caffè a tutti, milanesi e non.
Straordinari pazzi per conducenti Atm. Secondo le cedole visionate da Repubblica, i conducenti Atm lavorano oltre 10 ore e arrivano persino a 20 ore consecutive. Sul fronte primarie, mentre il PD ribadisce lo stop ai nomi fino a giugno, si continua a parlare di Lele Fiano, mentre a destra il candidato più papabile sembra essere Matteo Salvini. Spunta anche l’ipotesi tandem con le politiche: Renzi infatti potrebbe cedere alla tentazione di andare al voto anticipato l’anno prossimo.
Negli appalti Pedemontana spuntano gli affari della famiglia Perotti, finita sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità corruzione sotto la guida di Cantone.
In Zona San Siro, gli abitanti in rivolta contro il progetto di ampiamento del Giardino dei Giusti al Monte Stella, per paura che riqualificazione significhi in realtà meno verde.
Sul crac del Centro di ricerca di Nerviano Medical Sciences, salvato nel 2011 dalla Regione Lombardia e adesso nuovamente in crisi, maggioranza e opposizione alla Regione hanno trovato l’accordo e procederanno con una due diligence, e non con una commissione d’inchiesta come avrebbe voluto Sel.
Buona lettura!
Gli straordinario “pazzi” dell’Atm conducenti al lavoro per 20 ore. L’azienda: “Oltre le dieci ore soltanto in casi eccezionali. Ma non tutte queste persone sono alla guida dei mezzi pubblici”.
Primarie per il 2016. Fiano in pole nella girandola PD. Majorino in dubbio. Il partito in dubbio: stop ai nomi per due mesi. Spunta l’ipotesi tandem con le politiche. A destra la candidatura più forte resta Salvini.
Appalto Pedemontana spuntano gli affari della famiglia Perotti. A moglie e figlia dell’ingegnere legato al burocrate Incalza affidati incarichi di progettazione per quasi 9 milioni di euro.
Il Qt8 contro il Giardino dei Giusti. Dopo la guerra a CitySound cittadini in rivolta per il nuovo progetto al Monte Stella «Ogni volta che si parla di riqualificazione sparisce un po’ di verde e spuntano muri»
Crac di Nerviano, la Regione si ferma alla due diligence. L’accordo tra amggioranza e opposizione non prevede la commissione d’inchiesta