Dalla Tv a Twitter: la comunicazione secondo Renzi e Berlusconi

Il Governo Renzi sta realizzando, in poco più di un anno dal proprio insediamento, una serie di riforme che Berlusconi non è riuscito a compiere in oltre 10 anni di permanenza a Palazzo Chigi. Dalla riforma del lavoro a quella della giustizia civile, dalla Rai alla scuola. Cosa caratterizza lo stile di Renzi rispetto a quello di Berlusconi? Qual è il segreto che gli consente tra l’altro di limitare l’opposizione politica e sociale?
Anzitutto, Renzi ha dalla sua un partito vero, strutturato e ancora radicato, il Partito Democratico. Un partito con un sistema di valori più solido rispetto a Forza Italia, il che determina ancora una disciplina interna che consente di digerire anche le decisioni più impopolari. Forza Italia invece, perfino negli anni di massimo splendore, è stato un cartello elettorale composto da una somma di interessi locali e particolari. E poi, sul piano della comunicazione, Renzi si sta dimostrando più moderno di Berlusconi. Usa meglio i codici contemporanei, quelli dei social media, mentre l’immagine di Berlusconi non si è mai scostata da quella dell’imprenditore di successo del dopoguerra. Una immagine che ha sedotto per due decenni gli italiani ma che oggi non sembra più essere in linea coi tempi. Stile e presupposti che hanno consentito a Renzi di presentarsi agli italiani, esattamente come fece Berlusconi nel 1994, come “altro” rispetto alla politica. Il fondatore di Forza Italia, però, non è mai riuscito a scrollarsi di dosso l’ombra dell’interesse privato nell’azione politica. Renzi è visto invece come portatore di diversi interessi forti ma non personali. E questo gli consente una agilità maggiore. Come il “licenziamento” di Enrico Letta dalla carica di Presidente del Consiglio con una disinvoltura che non sarebbe stata possibile a Berlusconi.
Entrambi i leader hanno sposato i canoni della post-modernità in politica, in particolare la personalizzazione della politica. Renzi però si è smarcato dai codici ideologici del ‘900 ancora più di quanto fece Berlusconi il quale, in particolare, ha sempre usato la bandiera dell’anticomunismo per attirare consenso. Renzi può aspirare al voto di opinione di una fetta più ampia di popolazione, presentandosi come leader pragmatico, giovane, non legato ad alcuna famiglia tradizionale della politica.
Una scommessa che fino a oggi è stata vinta. Ma una superiorità temporanea, perchè il voto di opinione è molto mobile e converge su di lui anche per mancanza di vere alternative credibili su entrambi i lati dello schieramento che guardano al Pd, la sinistra e il centro.