A proposito di Charlie Hebdo
Davanti alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, nell’undicesimo Arrondissement di Parigi, continua la processione dei cittadini che portano fiori e messaggi di solidarietà. Una presenza ininterrotta dal giorno della strage in cui sono morte dodici persone.
Il nuovo numero è nelle edicole di tutto il mondo. Due milioni e mezzo di copie la tiratura, dopo il record di sette milioni di copie vendute dal primo numero uscito dopo l’aggressione da parte di un commando islamista.
Via via che l’attenzione internazionale scenderà Charlie potrebbe tornare ad assestarsi attorno alle centomila copie vendute (mentre sono oltre duecentomila i nuovi abbonati).
Lo sdegno per la strage ha catalizzato l’attenzione sul settimanale satirico francese ma forse la copertina del nuovo numero avrà deluso qualche attesa: Charlie è un cagnolino che fugge dai suoi aggressori, dal Papa a un fondamentalista islamico a Marine Le Pen fino all’ex Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy.
Chiaro il messaggio di comunicazione: nessuno cerchi di strumentalizzarci. E in effetti una ricerca dei sociologi Jean-Francois Mignot e Celine Couffette svela come in dieci anni di pubblicazioni, dal 2005 al 2015, solo sette copertine siano state dedicate alla satira sull’Islam. Ventuno copertine hanno preso di mira il Cristianesimo e dieci copertine hanno visto protagoniste le altre religioni. La stragrande maggioranza delle copertine, 336 su 523, ha riguardato la politica, soprattutto quella di destra. L’estrema destra e le associazioni cattoliche identitarie hanno intentato negli anni il maggior numero di processi contro Charlie Hebdo.
Voi cosa ne pensate? Chi si sente Charlie e chi no?